CON GLI AIRONI SE NE VA ANCHE UNA BUGIA
Pubblicato da
Stefano Il Nero
Sulla questione della uscita degli Aironi 1 e 2 dal Pro12 si devono
forse ancora scrivere le pagine peggiori ma, nel disastro mediatico,
nella nebbia fitta e nella incertezza totale in cui abitualmente la FIR
infila ogni sua decisione almeno una certezza pare comunque emerga al
di sopra di ogni giudizio e pregiudizio : il nostro rugby non regge la vetrina che gli è stata imposta dai suoi massimi dirigenti. La
vicenda della caduta degli Aironi non ne è un sintomo ma una evidenza
bruciante ed è solo la punta dell'iceberg. Alcuni potranno dire che è
questione di crisi economica e forse qualcosina c'azzecca ma la verità
pare essere più complessa. Dietro il fallimento Aironi ci sono molte
"verità" ed una grande bugia. Gli Aironi erano un team con i
soldi contati, esposto a soci (i parmigiani) che sono usciti il giorno
dopo aver firmato, con un pubblico che numericamente non ha mai
sfondato, una organizzazione magari solida che poggiava però su basi di
argilla ovvero le basi poste dalla federazione, risultati sportivi meno
che mediocri con capitali spesi sullo stesso fronte ingentissimi.
Andiamo avanti? Una copertura mediatica inesistente, una capacità di
reale aggregazione e di avvicinamento di "nuovi soggetti" e "nuovi
capitali" molto bassa nonostante un panorama di collegamenti con
società "fiancheggiatrici" abbastanza vasto. Come è possibile accada questo nell'Italia ovale dei 70.000 dell'Olimpico? Aironi
era sinonimo di "franchigia", l'unica franchigia di alto livello in
Italia, un esperimento che doveva funzionare, che non era possibile
fallisse nell'Italia dei 70.000 dell'Olimpico. Già, perchè se veramente
il nostro rugby è quello degli sponsor scintillanti e dei soldini
travolgenti della Nazionale, dei 70.000 dell'Olimpico, se il nostro
rugby è davvero quello degli spot in tv e della enfasi federale nei
grandi eventi perchè mai gli Aironi hanno fatto crack? Come è possibile
la FIR non sia riuscita a salvare la faccia insieme, in qualche modo,
alla sorte degli Aironi?
C'è un buco nel nostro rugby ed anche nella testa dei suoi massimi
dirigenti, il buco che passa dai 4/5 milioni di budget che deve avere
il team di Pro12 ed i 600.000 euro annui che prova a cavar fuori un club
di Eccellenza. Lì in mezzo c'è un buco, li in mezzo c'è una grande
bugia, una bugia che non è bastata a riempire il vuoto, un vuoto che è
più facile leggere in cifre ma in verità è fatto di mancanza di teste
pensanti. Questo vuoto ha preso a calci un imprenditore impegnato nel
rugby, Melegari, e prende tutti i giorni a calci un altro gruppo
imprenditoriale in Veneto. Sulla questioni Aironi ognuno ha le sue
colpe, si vedranno, ad oggi basti dire che il raccontino della gioiosa
macchina da guerra del rugby è solo una amara bugia.
![]() |
Così il primo logo degli Aironi, fu poi cambiato perché apparteneva già ad una società di informatica |
Commenti
Posta un commento