Storico, Mandela nella "Hall of Fame" del rugby
© AP Il fondatore del nuovo Sudafrica utilizzò come strumento di riconciliazione lo sport che aveva odiato Francesco Volpe sabato 3 ottobre 2015 16:27 INVIATO A LONDRA Nelson Mandela non amava il rugby. Anzi, a dirla tutta, lo odiava proprio. Era lo sport dei bianchi, degli oppressori. Dalla prigione di Robben Island, dove trascorse ventisette anni della sua vita, ascoltava per radio le partite degli Springboks e tifava per i loro avversari. Ma quando, nel 1992, il regime dell’apartheid implose e lui diventò il presidente del nuovo Sudafrica, ebbe l’intelligenza, la visione di capire che il rugby poteva diventare uno strumento di riconciliazione. Il destino aveva assegnato al Paese la Coppa del Mondo del 1995 e “Madiba” ne fece il cardine del processo di riavvicinamento tra neri e bianchi. “One team, one country” lo slogan ideato per quel torneo. Che resta indimenticabile per i suoi interpreti (segnò l’esplosione di Jonah Lomu) ma sop...