Il Padua Ragusa, una delle eccellenze del rugby siciliano


Di Davide Macor nprugby.it
Il Padua Ragusa è certamente una delle squadre che più mi ha colpito, in questa mia prima esperienza nel mondo della serie C del rugby italiano: strutturata sportivamente, organizzata a livello di comunicazione (puntuali e precisi i comunicati stampa) e molto seguita nel panorama rugbistico siciliano.  Così, a fronte della recente conclusione della loro avventura verso la serie B, finita per altro in maniera più che dignitosa, mi sono deciso a fare due chiacchiere con Meno Occhipinti, il loro addetto stampa, ecco cosa ne è uscito:
Partiamo dal presupposto che il campo ha dato il verdetto, è il Viterbo a continuare l’avventura. Un parere a caldo sulla partita?
A Pomigliano si sono incontrate due squadre che si sono più o meno equivalse. Alla fine il campo ha detto Viterbo e credo sia un giusto verdetto perché i laziali sono stati più bravi a sfruttare le occasioni che hanno avuto. Sono del parere, comunque, che se a vincere fosse invece stato il Padua nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo, perché la partita è stata molto equilibrata, nonostante una leggera supremazia del Viterbo nelle mischie ordinate e una loro migliore gestione del gioco in campo aperto. D’altra parte il punteggio finale, 17-11, è la prova del sostanziale equilibrio visto in campo.
Sempre secondo me, c’è la sensazione che la Sicilia non venga considerata nei piani federali. La scelta di Pomigliano d’Arco, come sede per una semi – finale a “metà strada” tra due città, è palese, tu cosa ne pensi?
Quando si pensa al rugby, si immagina un modo idilliaco dove tutto è bello e tutto funziona bene. La scelta di Pomigliano come sede per la nostra finale, purtroppo, ci fa capire che non è sempre così.
Il Padua è arrabbiato per come la Fir ha trattato la nostra squadra (siamo stati obbligati a 10 ore di pullman contro i soli 3 del Viterbo), e il fatto che la nostra trasferta, dopo tante proteste, sia stata per intero finanziata dalla Federazione non lava lo sgarbo subito.
Hai ragione, probabilmente la Sicilia viene percepita dalla Fir come un fastidio, forse perché è lontana e costringe le altre squadre a trasferte lunghe e costose. Ma la Sicilia, piaccia o non piaccia, fa parte dell’Italia, e le squadre siciliane chiedono parità di trattamento!
A questo proposito, permettimi di dire che la struttura del campionato di serie C, almeno per quanto riguarda l’Area 4, è da delirio. Per esempio, le Aquile del Tirreno di Barcellona, che si giocheranno la serie B ai barrage nazionali, alla fine avranno disputato ben 8 partite di play off (quando l’intero campionato regolare aveva invece “solo” 14 giornate), con trasferte lunghe e dai costi proibitivi. Altro esempio: il Padua ha speso di più per giocare i play off che per l’intero campionato.
Evidentemente c’è qualcosa che non va! Così come qualcosa non va nella formula dei play off. È assurdo che, per esempio, Viterbo e Paganica, due corazzate, si affrontino già al primo turno.
Da tempo il Padua ha pubblicamente sposato la formula utilizzata per i play off di basket, dove il tabellone viene formato seguendo lo schema 1-8, 4-5, 3-6, 2-7, inserendo le squadre sulla base del quoziente punti ottenuto durante la stagione regolare, in modo da evitare subito scontri diretti, favorendo al contempo le squadre che hanno fatto meglio in campionato. Ti sembra una proposta assurda?
Il clima invece nella squadra? Superata la delusione iniziale, com’è andata? Progetti per il futuro?
Il clima è ottimo, perché sappiamo che il futuro è nostro! Considera che l’età media della nostra squadra è di poco superiore ai 22 anni, e che nella prossima stagione arriveranno in prima squadra altri ventenni che, tra l’altro, sono molto forti e probabilmente ruberanno il posto ai “senatori”. Come vedi, se pensiamo al nostro futuro non possiamo che sorridere…
Poi è chiaro… domenica, dopo il fischio finale, c’è stata delusione e rabbia per l’occasione sfumata. Ma già negli spogliatoi l’aria che si respirava era buona per i ragazzi sapevano di aver dato il massimo e che più di quello non potevano.
Adesso i nostri pensieri sono rivolti alla festa di fine stagione e alle giornate di mare che ci aspettano.
L’appuntamento con il rugby sarà, così come ogni anno, per fine agosto, quando riprenderemo la preparazione atletica in vista della nuova stagione, una stagione che ci vedrà certamente protagonisti. Dopo la diaspora di tre anni fa, tutti ci avevano dati per finiti. Invece siamo ancora qui, più vivi che mai. Quest’anno abbiamo vinto il campionato (un successo che mancava da 12 anni) e nella prossima stagione abbiamo tutte le intenzioni di ripeterci, cercando anche di fare ancora meglio.
A questo punto non mi rimane che aspettare agosto, per riprendere a seguire la Ragusa del rugby rincorrere la serie B.

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