Nell'ultimo fine settimana di giugno Imperia Rugby in trasferta in Germania
- Tanti brividi di commozione per gli imperiesi
quando sono arrivati per i complimenti alcuni nostri connazionali che si
erano sobbarcati chi 100 chi 200 km per vedere una squadra italiana di
rugby all’opera

Imperia Rugby über alles nell’ultimo fine settimana di giugno. Ci sono
voluti 886 km di viaggio e una memorabile partita nel cuore della Bassa
Franconia, regione storica della Baviera. Direzione Hafenlohr.
L’invito era partito da tempo e la preparazione è stata accurata. Dopo i
tornei giovanili in cui sono apparse compagini francesi ed inglesi, i
rugbisti liguri esplorano un terreno poco noto nella tradizione ovale,
quello tedesco. Sono partiti ben 23 giocatori con 10 accompagnatori.
Venerdì 28 giugno c’è stato un allenamento congiunto e un ricevimento
pubblico. Il giorno successivo una partita con gli azzurri tedeschi che
militano nella lega bavarese. Di fatto l’Hafenlohr rugby è l’emanazione
di una società polisportiva che ha ottimi impianti, ove tra l’altro sono
stati ospitati gli italiani. Il rugby da quelle parti è cosa recente,
sembra essere nato verso il 2007, con l’influenza francese e
partecipazione di atleti legati alle numerose basi NATO.
Il match-day è stato presentato adeguatamente: i manifesti dell’evento campeggiavano in ogni dove nella regione. Si è giocato e fatto festa con musica dal vivo. Il dato tecnico sportivo appare esaltante per i colori italiani. I tedeschi si presentano con alcuni giocatori di buona qualità, di ambito universitario e militare. Un buon mediano di apertura ed un agonismo mutuato dal football americano. All’inizio della partita Imperia schiera i giocatori meno giovani, tra cui alcuni old. C’è il presidente Luigi Ardoino, c’è lo squalo Nicola Berio, c’è il pugnace Alain Oliviero, c’è il tecnico della seniores Flavio Perrone e il padre spirituale della squadra, don Klaus Warns, il quale, da Samoano, ritorna sui passi di quel paese che ha tenuto le sue isole natìe come colonie fino alla prima guerra mondiale.
È faticoso, i tedeschi attaccano a pieno organico e mostrano vigore e volontà, ma non una grande organizzazione. Gli old Imperia reggono. Il campo è splendido, invidiatissimo dagli imperiesi abituati a ben altre pelouses. E così è possibile passare al gioco alla mano ormai caro al verbo ovale italico. Salgono sugli scudi allora il capitano Paolo Novaro, Federico Piana, l’elegante Davide Pozzati, Agostino Semeria, Andrea Dal Piaz, Matteo Delbecchi, Marco Trucco, che studia a Pavia, ma è imperiese a tutti gli effetti, l’”Invisibile” Alessandro Roggero, caricato dalla presenza della madre tedesca in tribuna. Si distingue anche l’argentino Carlos Melendi, già ad Imperia come giocatore ed allenatore ed ora nel prestigioso Hindu Club di Buenos Aires. Dice la sua in mischia anche Alessandro “Pajeco” Tassone, con il peso di Manuel Salaris e di Daniele Barbotto, di Federico Di Franco, di un recuperato Vittorio Vazio, DI Fulvio Ferrua, mentre le terze linee come Agostino Minniti e Felipe De Castro agitano la clava. È una pioggia di mete italiane, orchestrate dalla mediana di Carli, Lisco e Pozzati: Paolo Novaro, spirito di capitano, va in meta uscendo dalla mischia, nella migliore tradizione italiana.
La partita è sostanzialmente corretta e viene arbitrata da Luigi Ardoino
e Felipe De Castro, che hanno l’abilitazione all’arbitraggio in Italia.
Il finale è pesante per i tedeschi: 47-0. Evitando facili ironie, si
può pensare che la cultura rugbistica italiana sia stata una bella
lezione per i teutonici. Dalle sconfitte si impara e molto. Per parte
ligure, c’è la convinzione di aver ricreato un bel gruppo, profittando
di una notevole ospitalità locale, arricchita da una birra di altissima
qualità.
Alcune cose hanno fatto piacere, in modo molto particolare. L’evento è stato promosso in modo ottimale, la sfida era letta in evidente chiave europea e il pubblico era davvero folto. E tanti brividi di commozione per gli imperiesi quando sono arrivati per i complimenti alcuni nostri connazionali che si erano sobbarcati chi 100 chi 200 km per vedere una squadra italiana di rugby all’opera. Anche per queste cose, piccoli gesti, ma di grande cuore, si fanno tanti sacrifici per una buona partita di rugby. E l’Imperia Rugby, come sempre, mai come in quest’annata sportiva, c’era.
di Riviera24
Il match-day è stato presentato adeguatamente: i manifesti dell’evento campeggiavano in ogni dove nella regione. Si è giocato e fatto festa con musica dal vivo. Il dato tecnico sportivo appare esaltante per i colori italiani. I tedeschi si presentano con alcuni giocatori di buona qualità, di ambito universitario e militare. Un buon mediano di apertura ed un agonismo mutuato dal football americano. All’inizio della partita Imperia schiera i giocatori meno giovani, tra cui alcuni old. C’è il presidente Luigi Ardoino, c’è lo squalo Nicola Berio, c’è il pugnace Alain Oliviero, c’è il tecnico della seniores Flavio Perrone e il padre spirituale della squadra, don Klaus Warns, il quale, da Samoano, ritorna sui passi di quel paese che ha tenuto le sue isole natìe come colonie fino alla prima guerra mondiale.
È faticoso, i tedeschi attaccano a pieno organico e mostrano vigore e volontà, ma non una grande organizzazione. Gli old Imperia reggono. Il campo è splendido, invidiatissimo dagli imperiesi abituati a ben altre pelouses. E così è possibile passare al gioco alla mano ormai caro al verbo ovale italico. Salgono sugli scudi allora il capitano Paolo Novaro, Federico Piana, l’elegante Davide Pozzati, Agostino Semeria, Andrea Dal Piaz, Matteo Delbecchi, Marco Trucco, che studia a Pavia, ma è imperiese a tutti gli effetti, l’”Invisibile” Alessandro Roggero, caricato dalla presenza della madre tedesca in tribuna. Si distingue anche l’argentino Carlos Melendi, già ad Imperia come giocatore ed allenatore ed ora nel prestigioso Hindu Club di Buenos Aires. Dice la sua in mischia anche Alessandro “Pajeco” Tassone, con il peso di Manuel Salaris e di Daniele Barbotto, di Federico Di Franco, di un recuperato Vittorio Vazio, DI Fulvio Ferrua, mentre le terze linee come Agostino Minniti e Felipe De Castro agitano la clava. È una pioggia di mete italiane, orchestrate dalla mediana di Carli, Lisco e Pozzati: Paolo Novaro, spirito di capitano, va in meta uscendo dalla mischia, nella migliore tradizione italiana.
Alcune cose hanno fatto piacere, in modo molto particolare. L’evento è stato promosso in modo ottimale, la sfida era letta in evidente chiave europea e il pubblico era davvero folto. E tanti brividi di commozione per gli imperiesi quando sono arrivati per i complimenti alcuni nostri connazionali che si erano sobbarcati chi 100 chi 200 km per vedere una squadra italiana di rugby all’opera. Anche per queste cose, piccoli gesti, ma di grande cuore, si fanno tanti sacrifici per una buona partita di rugby. E l’Imperia Rugby, come sempre, mai come in quest’annata sportiva, c’era.
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