Il rugby divorzia dal Veneto. Con sgarbo romano

La Fir crea la delegazione regionale: ignorato però il referente triestino indicato dalla maggioranza dei club.
TRIESTE. Addio Comitato interregionale delle Venezie, il “vecchio” Civ che chiunque mastichi rugby da queste parti conosce e bene: cambia volto l’organizzazione federale a Nord Est. E non senza polemiche, con uno sgarbo fatto da Roma a Trieste e alla gran parte dei club regionali.
Ma andiamo con ordine. Il nuovo corso federale (il neo presidente Alfredo Gavazzi è subentrato a settembre a Giancarlo Dondi) ha infatti deciso lo scorporo dei comitati interregionali: per le regioni con meno di 10 società pienamente attive sono state attivate le delegazioni regionali, e così è avvenuto anche in Friuli Venezia Giulia dove si contano 9 club: uno a Trieste (Venjulia), quattro a Udine: Udine Rfc, Udine junior, Leonorso e Gemona, e quattro a Pordenone: Pordenone, Fontana, Spilimbergo e Montereale (Muggia e Api Turriaco svolgono al momento l’attività con il Venjulia Trieste e altri sei club svolgono o attività old o comunque non completa). Ebbene, le delegazioni regionali sono guidate da un delegato di nomina romana. I club regionali nelle scorse settimane si erano riuniti e a larga maggioranza avevano indicato il nome del triestino Emanuele Stefanelli, dirigente della Venjulia. L’alternativa uscita era il presidente del Pordenone Francesco Silvestri. Sei indicazioni per Stefanelli, due per Silvestri, un club “astenuto”. Da Roma in questi giorni è arrivata la nomina: nuovo delegato regionale della Fir per il Friuli Venezia Giulia è il pordenonese Silvestri. Dettaglio che può spiegare molte cose: il gruppo Stefanelli era originariamente contrario all’indipendenza dal Civ, Silvestri invece favorevole.
Superato il primo momento di sconcerto (ma Stefanelli e il suo gruppo gradirebbero da Roma una spiegazione ufficiale delle motivazioni della scelta), adesso è comunque il momento del lavoro e della costruzione del nuovo comitato regionale (pardòn, delegazione), con un punto che - a differenza di quel che avviene ad esempio nel calcio regionale - trova tutti d’accordo: la nuova sede dovrà essere a Udine, anche perché comunque il capoluogo friulano, con la sua Udine Rfc, rappresenta il top del movimento regionale con la prima squadra in serie A (di fatto la A2, dopo l’Eccellenza).
«Sarà poi importante che il nuovo delegato si faccia affiancare da rappresentanti territoriali e che il lavoro punti a consolidare il movimento esistente e a favorire la crescita di nuovi club puntando sull’attenzione ai vivai grazie anche al lavoro del tecnico regionale che avremo a disposizione con la nuova struttura» dice Stefanelli che ricorda come il rugby a Trieste conti ormai qualcosa come 280 tesserati. Ed è d’accordo Silvestri che, con spirito ecumenico, annuncia di voler convocare tutti i presidenti per fare la fotografia della realtà rugbistica regionale e punta sulle selezioni per valorizzare i nostri ragazzi: «Con un tecnico regionale tutto per noi la struttura federale potrà essere più vicina alle società e non saremo più all’ombra del Veneto» commenta.
Resta però (per fortuna, verrebbe da aggiungere) il rapporto con il Veneto per quanto riguarda l’organizzazione dei concentramenti per l’attività propaganda e dei campionati giovanili che saranno sempre organizzati dal Civ (ora Crv), cercando peraltro di tenere conto dei principi di viciniorità geografica: per i ragazzi un momento di confronto che, vista la tradizione e la forza dei vivai veneti anche più vicini a noi (San Donà, Casale, Treviso in primis) rappresenta anche un fondamentale momento di crescita nella tecnica e nella cultura rugbistica.

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