Gianni Amore, candidato alla presidenza FIR, presenta il suo programma e va all'attacco.

Dopo una brillante e produttiva gestione del Rugby in Sicilia,Gianni Amore e' sceso in campo per la carica di presidente della FIR.
Dopo le umiliazioni subite dalla maxi ....squalifica di 5 giorni,l’attuale presidente del comitato regionale siciliano ,con la solita grinta e umilta' che tutti noi conosciamo e' pronto per dare una svolta a favore del Rugby italiano.
Questo il suo programma elettorale.
 
Quando ho deciso di candidarmi, ho pensato fosse necessario prima di tutto, raccogliere consensi su un’idea forte e facilmente comprensibile per finalità e per importanza.
Questa idea è la 1º convocazione degli STATI GENERALI DEL RUGBY ITALIANO, da realizzarsi dopo tre mesi la mia possibile elezione.
Questa iniziativa sottende di fatto la mia idea di base sulla quale è fondato e strutturato tutto il programma che ho sviluppato insieme al mio staff: accorciare la distanza tra vertici e base.
Il nostro sport è diventato più popolare che in passato (gli 80.000 dell’Olimpico sono un esempio evidente) e questo per merito delle idee finora sostenute e sviluppate dalla Federazione.
Ma è proprio in merito a questa impostazione, ribadita dall’attuale dirigenza, nei fatti e negli atteggiamenti, che si basa la mia visione critica.

Sono convinto infatti, ma soprattutto preoccupato, che andare nella stessa direzione ci porti ad un livello di ingestibilità tale, da mettere a rischio se non la tenuta, certamente lo sviluppo del movimento che seppur aumentato nei numeri, necessita di una crescita costante per mantenere e migliorare la posizione occupata attualmente nel ranking internazionale.

Gli elementi che possono mettere in crisi il rugby italiano sono:
- continue e confermate sconfitte internazionali
- livelli di competitività europei da sostenere quasi solo attraverso risorse economiche
- il dover comperare competitività invece di generarla all’interno del movimento
- il ricreare nelle accademie degli atleti artificiali, segregati sotto la cappella federale
- sottovalutazione della misura dei sostegni da fornire alla base del nostro movimento
Sono convinto che tutto questo abbia generato un gigante dai piedi di argilla, una nazionale cioè che non ha alle spalle un movimento rugbystico solido, numeroso che garantisca supporto, rifornimenti, tenuta, ricambi costanti.
Attualmente le fortune dell’Italia dipendono troppo dagli eleggibili di turno, dalla tenuta di senatori, dalla conferma di troppo rari talenti: elementi fondamentali che in queste condizioni richiedono troppo denaro e troppe coincidenze favorevoli, in assenza di un lavoro di fondo programmato.
Destinate in quel modo le risorse economiche, verranno sottratte inevitabilmente ad una base sempre alla ricerca affannosa di sponsor e di nuovi giocatori da raccogliere sul territorio.
Con gli STATI GENERALI DEL RUGBY ITALIANO desidero dare voce, spazio, potere decisionale alle risorse sicuramente presenti sul territorio per fare insieme ciò di cui il nostro sport necessita.
Desidero togliere autorità ai vertici che a volte, troppo concentrati sulla immagine internazionale, si dimenticano che ogni buon libro è fatto soprattutto delle pagine interne anche se ha una bella copertina.
Sono qui oggi per chiedere il vostro parere e soprattutto il vostro sostegno elettorale.
Grazie a tutti
Gianni Amore
Tra i punti salienti dell’articolato e dettagliato programma, i più notevoli a nostro parere sono:
La volontà di organizzare una vera e propria “assemblea plenaria” (i cosiddetti “stati generali”), per provare ad ascoltare il massimo numero possibile di voci.
La proposta di creare quattro franchigie con identità territoriale (nord ovest, nord est, centro, sud), formate solo da giocatori eleggibili per la Nazionale Italiana, che disputeranno un torneo tra di loro, la Challenge Cup e almeno 2/3 incontri con squadre internazionali, per fornire alle Celtiche e alla Nazionale un bacino di atleti di livello a cui attingere.
L’attenzione all’attività di comunicazione, sia tra società e FIR che verso il pubblico, con il potenziamento di materiali informativi, eventi promozionali e l’utilizzo consapevole di internet e social network.
La volontà di aumentare l’autonomia e la consapevolezza dei comitati regionali, che saranno strutturati per poter svolgere attività di coordinamento, organizzazione eventi, comunicazione e supporto alle società affiliate.
La scelta di destinare contributi alle società riservati al settore giovanile, in parte uguali per tutti e in parti assegnati su base meritocratica e programmi specifici per Under 14, 16, 18 e 20.
L’organizzazione di campionati regionali e nazionali di rugby a 7 in vista delle Olimpiadi del 2016, nonchè di test match e tornei internazionali in zone d’Italia dove il rugby non è ancora ben radicato.
Il potenziamento dei corsi per allenatori e il miglioramento del sistema dei rimborsi e dei gettoni di presenza per arbitri e volontari che collaborano alle attività dei comitati regionali.
La creazione di gruppi d’acquisto per creare accordi duraturi con sponsor importanti.
Calocolo di un “coefficiente società” che tenga conto di diversi fattori per fare in modo di destinare contributi alle società che promuovono e diffondono il rugby in condizioni disagevoli.
Preparazione e sostegno psicologico e motivazionale per i giocatori, a partire dal rugby di base.
Il programma è molto dettagliato (per leggerlo in versione completa scaricate la 
Brochure Elettorale),  contiene molte proposte innovative, altre discutibili e non condivise da tutti, ma sicuramente ci sono molte proposte realiste e senza ombre di dubbio molto concrete per il nostro movimento.

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