Rugby, le maglie del Petrarca sul feretro di Federico "Cico" Piran La società di rugby renderà così omaggio al suo ex giocatore. Messaggio di cordoglio di Zanonato: «Trasmetteva gioia e positività»

di Federico Fusetti
ALBIGNASEGO. Ancora da definire la data dei funerali (si attende l’esito dell’autopsia, che sarà eseguita oggi dal dott. Claudio Rago su incarico del pm Sergio Dini) per Federico Piran, 57 anni, ex giocatore del Petrarca Rugby, stroncato da un malore mentre era in sella alla sua bicicletta. Una scomparsa che ha lasciato il segno anche nel ministro Flavio Zanonato, presente anche il primo maggio nel centro sportivo del Petrarca alla Guizza per le premiazioni del Trofeo Bottacin: «Mi ha profondamente colpito e addolorato», ha dichiarato ieri Zanonato, « la tragica scomparsa di Federico Piran e mi sento vicino al dolore dei familiari. Per me, come per tutti i padovani, era non solo un grande campione di rugby, sport che l'aveva visto vincere due scudetti con il Petrarca, ma anche una persona molto amata, per la sua capacità di trasmettere gioia e positività».
Al funerale di Piran sarà presente una delegazione del Petrarca Rugby, e dei Petrarchi, l'associazione di ex-giocatori di cui faceva parte, presieduta da Simone Brevigliero. «In campo noi più anziani cercavamo sempre di sostenerlo e proteggerlo, ma non ne aveva bisogno. Non si tirava mai indietro, per il suo impegno era ammirato da tutti. Di lui conservo il ricordo di un sorriso dolce». Brevigliero era collega di Piran anche nel lavoro, entrambi avevano lavorato in sedi diverse dell'azienda di Memo Geremia: «Nel lavoro lottava sempre contro le ingiustizie, un lavoratore instancabile che pensava al bene dell’azienda. “Sono stato fortunato a conoscervi a e a giocare con voi”, la frase che mi ha detto poco tempo fa».
Sulla bara saranno deposte due maglie da gioco: la sua e quella dell’attuale Petrarca, che gli renderà così omaggio: «È il minimo che possiamo fare», spiega Guido Zorzi, team manager e compagno di squadra di “Cico”: «Prima della partita aveva una grinta che contagiava tutti. Il suo sorriso era rassicurante, ma in campo lottava come un leone, ed era un esempio per tutti noi più giovani. Il compagno di squadra che tutti vorrebbero».

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