Vasari Rugby, l’amicizia vera in uno sport per il sociale

 Gelli Vasari Rugby
Finalmente il sole. In una mattinata di un caldo quasi estivo, arrivo all’impianto sportivo del Vasari Rugby con un po’ di anticipo rispetto al mio interlocutore. Ne approfitto per affacciarmi a sbirciare il campo da gioco, verdissimo sotto i raggi dorati. Daniele Gelli è il presidente della società sportiva aretina di rugby e com’è facile intuire non è straniero. Tuttavia nessuno meglio di lui può raccontarmi come fa uno sport che sembra così “cattivo”, d’impatto fisico a volte brutale, ad essere in realtà aperto ed accogliente.

“Il rugby è lo sport sociale per eccellenza. È una disciplina nobile, altruista, dove si fa squadra ‘per forza’. L’apertura agli altri è una tessera fondamentale del nostro DNA. Il Vasary Rugby, ad esempio, da molti anni collabora con alcune case famiglia della provincia, soprattutto con quella di Staggiano. Molti ragazzi in difficoltà sono arrivati da noi per iniziare, insieme allo studio, un percorso di integrazione. Tra loro, anche tanti stranieri, dai 14 anni fino ai 20 circa. Si tratta per lo più di ragazzi che hanno storie anche molto drammatiche alle spalle, ma una volta arrivati qui riescono quasi sempre a riqualificarsi.
Com’è possibile che il rugby sia uno sport dalle grandi qualità sociali, di integrazione e aiuto?
Il punto è che quando entri in un campo da rugby, che sia per un allenamento o in partita, si instaura un legame forte con i tuoi compagni, molto più che nel calcio. Questo perché nel rugby c’è un fondamento principale: hai sempre bisogno di un compagno che ti protegga. Si instaura un processo psicologico di fiducia molto più strutturato rispetto a tutti gli altri sport. Quasi tutti i ragazzi arrivati qui, dalle case famiglia o da qualunque altra realtà, poi hanno continuato a giocare. Al Vasari Rugby l’integrazione riesce. Per esempio adesso abbiamo un ragazzo di 18 di origine argentina che gioca con noi regolarmente, è parte della squadra, ed è stato “uno di noi” fin da subito.

In realtà questo accade praticamente sempre: non c’è bisogno di fare differenze per quanto riguarda il colore della pelle, l’etnia o chissà cos’altro, non esistono differenze. Chiunque varchi la soglia dello spogliatoio e voglia entrare in campo è automaticamente uno di noi! vasari-r
Al Vasari si va dai bambini dell’under 6, fino alla serie B, passando anche per la franchigia femminile e quella con altre società. La franchigia è una pratica che esiste solo nel rugby, ed è ancora un altro esempio di socialità e apertura: è una sorta di società allargata. Se altre società hanno meno iscritti per una categoria possono venire a giocare con noi e viceversa. L’unione nel rugby funziona, c’è poco da dire! Pensando a tutte le nostre categorie, in questo momento abbiamo una ventina di ragazzi di origine straniera che giocano con noi e che sono perfettamente integrati. Non mi riesce neanche bene fare una distinzione tra stranieri e non.
Per quanto riguarda poi i progetti di integrazione, ce ne sono tanti in cantiere, anche nei confronti di ragazzi down. Uno importante è partito da Roma rugby capitolina, poi c’è Special Olympics. Ci stiamo muovendo anche in questo senso, è solo questione di tempo e di trovare il modo migliore per organizzarci”.

Forse ho ancora negli occhi le immagini degli atleti grandi e grossi del Sei Nazioni, ma rimango stupita dalle parole di Daniele, un ragazzone con la barba che mi parla più di cultura e sociale che di allenamenti sudati e stinchi rotti. Una bella sorpresa, il rugby. Nel sito della società aretina tra le prime pagine da "cliccare" c’è quella del “Codice etico”, una bella lista di indicazioni che tutti gli sport dovrebbero seguire e che inizia con: “Rispetta i diritti, la dignità e il valore degli altri”. Abituata agli scandali del calcio e alla macchina enorme di interessi e soldi che ci si muove intorno, ho scoperto finalmente uno sport che sembra davvero pulito. Qualche naso rotto c’è, ma l’integrazione e l’amicizia sono reali, la linea di distinzione tra italiani e stranieri, tra alti e bassi, biondi o castani, qui non è mai esistita.

arezzonotizie.it

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