Il futuro del Rugby Clanis Cortona, un progetto che passa dalla scuola Da qualche settimana presente all'interno delle Scuole primarie; ad aprile nelle Scuole Medie


Il progetto del Rugby Clanis Cortona a.s.d., in accordo anche con quanto indicato dalla Regione Toscana nel suo “Piano regionale per la promozione della cultura e della pratica dell'attività sportiva e motorio ricreativa” è stato, fin dalla sua fondazione, un progetto per coltivare e far crescere uno spirito di aggregazione, tale da poter riprendere l’obiettivo educativo e sociale dello sport praticato.

Un progetto che procede con impegno nella sua strada, per garantire il futuro del Clanis. L’attuazione delle proposte di collaborazione con le scuole è iniziata dal novembre 2012 con l’istituto L. Signorelli; inizialmente con la collaborazione di un allenatore professionista, proseguita poi con l’intervento dei giocatori del Clanis, dopo corso di formazione svolto presso la Federazione Rugby Toscana.

Da qualche settimana ormai, il Rugby Clanis Cortona, grazie alla collaborazione dei suoi giocatori/istruttori qualificati con brevetto FIR (Federazione Italiana Rugby), è presente anche all'interno delle Scuole primarie (elementari e infanzia), per dare la possibilità di far conoscere questo stupendo sport a bambini e bambine. Ad aprile il progetto prevede l’intervento anche all’interno delle scuole medie.

Durante le prime fasi della nostra presenza, si collabora con l’insegnante specifico, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo degli schemi motori e posturali, per sviluppare capacità di coordinamento delle bambine e dei bambini. Successivamente verranno sviluppate e rinvigorite le attività di comportamento relazionale, il controllo dell’emotività e la capacità di iniziativa dei bambini, con l’utilizzo di esercizi e metodi avanzati. Durante tutti i momenti di insegnamento si pone particolare attenzione all'educazione allo sport, al rispetto delle regole, al rispetto dei compagni di squadra oltre che degli avversari, questo è quanto noi pretendiamo dai nostri ragazzi, sempre.

Tutti possono giocare a rugby; la notevole differenzazione fra i ruoli e il modo in cui si deve interpretare il gioco, dà spazio a qualsiasi tipo di conformazione fisica; contrariamente a quello che si pensa, un bambino o una bambina, non eccessivamente grande, può giocare tranquillamente, potrà sviluppare quelle che sono le “sue” capacità per risolvere il “problema” statura e peso. Abbiamo esempi anche a livello internazionale che mostrano come il classico “mingherlino” può giocare contro i sovradimensionati “avanti” adattandosi intelligentemente alla situazione.
Il rugby è una “scuola di vita” per le sue peculiarità, forse più di altri sport di squadra, e come tutti gli altri sport è vicino ai valori fondamentali dell’essere umano, insegna a esprimere la componente "agonistica", ma insegna anche a controllare i propri istinti all'interno di un regolamento rigorosissimo. C’è poi la squadra che è fondamentale, non si è mai soli e non si deve mai lasciare solo il compagno. Ci sono tutte le dinamiche di squadra che educano ad una convivenza sociale sana.

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