La Benetton sfiducia Dondi, Rugby nel caos La lunga querelle con la Fir alla resa dei conti, il Veneto ovale stavolta vuole la presidenza

di Fabrizio Zupo
TREVISO. «Benetton Rugby, avendo colto anche uguale spirito di altri club, ha deciso - in occasione delle prossime elezioni federali - di ricercare possibili alternative all’attuale composizione della dirigenza Fir. Il dichiarato fine è che tutti i club, grandi e piccoli, rappresentino la centralità del movimento rugbystico, con la finalità di contribuire a far crescere il movimento». Poche sentite parole di sfiducia e sfida apparse sul sito della Benetton, mentre nella notte gli Azzurri sfidano il Canada. Un atto anticipato dal presidente biancoverde Amerino Zatta: la gentilezza di informare Giancarlo Dondi, presidente Fir, della decisione dello strappo dopo anni di guerra carsica fra Treviso e Roma, emersa fin dalla vicenda della mancata licenza ad una franchigia veneta, poi sulla gestione degli atleti impegnati in Celtic e Heineken Cup e sull’utilizzo degli stranieri. Un’equazione che non regge nel mix pubblico-privato: le esigenze della Nazionale e le ambizioni del club. Usando lo zoom sul dettaglio “Avendo colto uguale spirito di altri club” si traduce: alle elezioni federali (settembre forse) ci saranno una cordata e un candidato forte (si parla di un pranzo offerto da Luciano Benetton ad alleati leali) in gara contro Dondi, già al suo quarto mandato. L’ultimo test l’aveva vinto con percentuale del 95% e rotti dei voti. Troppi ora gli spintoni e la voce grossa. Battaglie e veti. Come la richiesta di Dondi di non avere come interlocutori Tonni (Aironi) e Munari (Benetton) nel gennaio 2011. Rispedita al mittente. La scelta di Treviso ora fa chiaro: si va alla conta. Presidente Zatta allora è guerra? «Nulla di personale con Dondi. I club devono essere al centro delle attività: la Fir al servizio dei club e non viceversa. Lancio questo appello. Ognuno deve dare un'opinione senza delegare». Nel giorno in cui Treviso saluta il volley (35 titoli in 24 anni) e il basket di qualità, l’appunto fatto a Benetton è che voglia disimpegnarsi pure dal rugby. È vero? «Mai dire mai. C'è sempre un inizio e una fine. Il rugby oggi continua. Sino a quando lo sa Dio. Basket e volley sono finiti. Dobbiamo essere felici che il rugby continua. Certe voci sono prive di fondamento».
Sarà lei l’anti Dondi? «È l'ultimo dei problemi». Può essere Vittorio Munari? «Uhmm...»
Ovvero? «Vittorio è tutto fuorché un politico. È troppo stimato per lasciarlo andare. Ma mai dire mai».
Non reagisce Giancarlo Dondi: «Nessun commento. La democrazia è questo. Quattro anni fa non avevo avversari? Si vede che sto peggiorando. Fare il presidente Fir è un lavoro da 14 ore al giorno, qualcuno dev’essere rimasto indietro. Prima del 6 Nazioni il bilancio era di 8 miliardi di lire un decimo di oggi (circa 40 milioni di euro). Siamo una delle federazioni più appetibili. C’è pure questo aspetto».

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