Sport ideale,sport completo,sport per gioco.

Proseguono nella sezione Fitness di Gazzetta.it gli interventi di Mabel Bocchi centrati sullo sport per i bambini. Gli spunti sono interessanti. Lo sport ideale Quando è il momento di fare cominciare uno sport al proprio figlio? Caratteristiche sia fisiche (altezza, peso, struttura muscolare) e fisiologiche (forza, resistenza, abilità motorie varie come coordinazione, equilibrio, agilità etc.) sono i parametri da valutare. “Dalla nascita sino ai 4–5 anni il bambino cresce essenzialmente in peso e altezza, sviluppando in modo quasi completo il suo sistema nervoso e acquisendo i cosiddetti ‘automatismi primari’, quelli che gli permettono di camminare, correre, saltare, arrampicarsi, lanciare. E’dunque proprio questo il momento opportuno per avviare vostro figlio allo sport. Il bambino ha raggiunto il grado di sviluppo e di coordinazione necessari per apprendere le tecniche sportive, vale a dire per imparare a pattinare, a sciare, ad andare in bicicletta, a giocare a calcio... Durante il periodo che va dai 5 agli 11 anni, le varie abilità motorie presentano il massimo potenziale di sviluppo. In seguito queste capacità diventano un patrimonio individuale ormai acquisito e abitualmente poco migliorabile”. Lo sport completo. E' questo l’obiettivo con il quale i genitori approcciano il tema: quale è lo sport più completo? “Come è ovvio – scrive Mabel Bocchi -, la risposta che si dà in questi casi è che non esiste uno sport completo in assoluto, in quanto ogni attività fisica, quando viene indirizzata verso una specializzazione, promuove nel praticante certe caratteristiche a discapito di altre. La cultura popolare vede nel nuoto la disciplina che maggiormente soddisfa l’esigenza di sport “omnicomprensivo”, ma, ad un esame più attento, risulta evidente che neppure il nuoto può fregiarsi di questo titolo, perché, ad esempio, non interviene su importanti qualità quali l’abilità di coordinare il corpo rispetto allo spazio circostante, la propriocettività, la capacità di saltare, correre o lanciare oggetti e la capacità di socializzare e di lavorare insieme agli altri per un obiettivo comune”. La scelta – specifica Mabel - dovrebbe tenere conto anzitutto di questi due aspetti: gli elementi specifici che caratterizzano i singoli sport dal punto di vista fisico e psicologico, gli aspetti più rilevanti che distinguono un bambino dall’altro. Alla fine Mabel Bocchi ci riporta ad un concetto che nella sua “banalità” viene riconosciuto a parole ma poi nei fatti… “L’indicazione più importante è che il bambino si deve sempre e comunque divertire a fare quello che fa. Iscriverlo a un corso, magari prestigioso, dove però il piccolo allievo non si trova a suo agio, è deleterio”. Possiamo farci un’idea precisa osservando quanto i nostri figli sperimentano quotidianamente, in questo caso su campi del mini rugby. Oggi i nostri figli fanno due o tre allenamenti alla settimana anche a 7 anni; ma allenarsi significa prepararsi per una prestazione, tecnicamente parlando l’allenamento è insieme dei metodi che consentono la realizzazione massima del potenziale genetico dell’individuo, attraverso l’apprendimento di una corretta gestualità e la razionale ripetizione di esercitazioni mirate a modificare l’equilibrio organico individuale per ripristinarlo ad un livello superiore. In sostanza, l’insieme degli stimoli che diamo al nostro corpo perché mantenga o migliori le sue prestazioni. Quanto questo deve avere a che fare con l’attività sportiva di un bambino di 7-10 anni? Bene l'attività fisica. Ma quanto nel contempo è importante per la fase di crescita in cui si trovano quei bimbi centrare l’attività sul piacere di sperimentare attraverso il gioco e sul piacere di stare assieme? Se dimentichiamo questo probabilmente spingiamo i nostri figli più in là di qualche anno. In modo innaturale. Come avviene in altri contesti quando togliamo loro il semplice gioco e gli somministriamo stimoli da adulti. Osserviamo i nostri figli durante gli “allenamenti”: finiscono con la sana stanchezza che provavate voi correndo per strada o al campetto con gli amici nei pomeriggi dopo la scuola? Quello era divertimento puro, il gioco per il gioco. Cose da bambini, naturalmente!. sport-baseballQuale sport? E il rugby che sport è? Lo sport per la crescita delle capacità motorie. Tenuto conto delle differenze fisiologiche l’articolo suggerisce la schematizzazione seguente dello sport: - sport di resistenza: sforzi protratti nel tempo, movimenti che si ripetono; nell’atletica leggera dagli 800 metri alla maratona, poi marcia, nuoto, pattinaggio di velocità su ghiaccio e a rotelle, canottaggio, canoa, ciclismo su strada e fuoristrada, sci di fondo; l'intensità per il bambino non deve essere massima (es. 800 mt), meglio gli sport di media e lunga durata, con pause molto frequenti; - sport di destrezza: prevalentemente individuali, richiedono abilità di coordinazione motoria e capacità di imparare e perfezionare movimenti molto difficili sci alpino, ginnastica artistica, tuffi, scherma, pattinaggio artistico, arti marziali. Richiedono grande coordinazione motoria, capacità che ha massimo sviluppo tra i 5 e 11 anni; - sport alternati: alternanza di fasi di gioco e pause di recupero, durata maggiore; Calcio, pallacanestro, pallavolo, rugby, pallamano, hockey su prato, a rotelle e su ghiaccio, pallanuoto, tennis. Praticare sport alternati, che siano di squadra o individuali, significa per il bambino potere essere attivo per molte ore al giorno. Dal punto di vista specificatamente motorio, le attività alternate sono, inoltre, contraddistinte da una infinita e casuale varietà di movimenti che contribuisce ad aumentare l’interesse del bambino. - sport di potenza: tutte quelle attività, spesso individuali, predomina l’intervento della forza e della potenza; alcune specialità dell’atletica leggera, come i lanci (disco, peso, martello, giavellotto), i salti (in alto, in lungo, triplo, con l’asta), la corsa su breve distanza (100 metri), sollevamento pesi. Da affrontare come gioco dal bambino e scegliere in modo agonistico solo in seguito. Vi suggeriamo di consultare l’articolo e la scheda collegata su Gazzetta.it per approfondire.

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