Le signore della mischia, Ladies Cus Molise: “Perché il rugby non è solo una cosa da maschi”

Un anno fa è nata la prima squadra femminile di rugby del Cus Molise: le giovani tesserate rappresentano una realtà sportiva sconosciuta ai più ma in crescita costante. E se nell’immaginario collettivo questo sport è associato all’universo maschile, loro sono la dimostrazione pratica che la forza fisica conta ma fino a un certo punto: "Per segnare le mete occorrono strategia e tattica non solo un corpo robusto".

di Assunta Domeneghetti

Campobasso. Si chiamano Catalina, Francesca, Gisela, Benedetta, Tiziana e Simona e sono alcune delle giocatrici di rugby femminile di Campobasso dove un anno fa è nata la squadra delle Ladies all’interno della società Cus Molise.

Incontriamo queste ragazze durante l’assemblea organizzata venerdì scorso sull’ex stadio Romagnoli, il campo dove anche loro, assieme ai 400 e più tesserati delle due società sportive locali (Hammers e Cus) hanno fatto e desiderano continuare a fare allenamento.
Di mascolino hanno ben poco: amano i rossetti e le belle scarpe come tutte. E si offendono quasi se qualcuno gli fa notare che correre a perdifiato con una sfera ovale sotto il braccio invece che con una pochette non è il massimo della femminilità. Non almeno in una visione stereotipata di grazia e bellezza. Figuriamoci indossare calzoncini da uomo, sfidare il freddo, rotolarsi nel fango ed essere “aggredite” dalle avversarie in quella specie di ammucchiata di corpi e caschi che si chiama, per l’appunto, la mischia.
«Ma chi l’ha detto che il rugby è uno sport da maschi – ci fa notare Catalina – ma lo sa che il capitano della nazionale femminile, Silvia Guadino, è una mamma?»
Dalle Ladies impariamo anche che la forza fisica non è essenziale per praticare il rugby «perché molto, durante le partite, lo fanno la strategia e la tattica» ci spiega Tiziana, labbra rosso fuoco in versione sporty-fashion.
L’unico uomo del gruppo è l’allenatore.
È lui a seguire e a consigliarle nei due tempi, da 40 minuti ciascuno, su come segnare mete, cioè i punti di una partita giocata, nel loro caso, 7 contro 7.
«Siamo ancora poche tesserate – raccontano – e siamo divise in due gruppi: seniors (dai 18 anni in su) e under 14. Contiamo di crescere ancora, un po’ alla volta ci si sta abituando all’idea che anche le ragazze possono praticare questo sport. Certo le condizioni di questa struttura non ci aiutano».
Come i maschi, di gran lunga più numerosi e già in un campionato di serie C, le Ladies vorrebbero che sull’ex Romagnoli, dove a breve sarà ripristinata la recinzione come ha assiurato il sindaco, Antonio Battista, ci fossero anche uno spogliatoio e una piccola infermeria.

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