L'AQUILA RUGBY: E' GIA' GUERRA, PLACIDI STANGA FABIANI MA NON LO NOMINA

Massimiliano Placidi
L'AQUILA - È già "guerra" all'interno dell'Aquila Rugby.
In una lettera aperta il direttore generale neroverde Massimiliano Placidi, che precisa di scrivere a titolo "assolutamente personale pur nella consapevolezza e proprio in ragione della carica che rivesto nel sodalizio neroverde", tira le orecchie a Luigi Fabiani, anche se non ne fa il nome, parlando solo di "tutte quelle persone che, a vario titolo, progettano, o comunque rappresentano, scenari rugbistici futuribili per la vita del sodalizio".
Fabiani nei giorni scorsi aveva dichiarato a questo giornale di "essere stato invitato dal neo presidente Augusto Iovenitti a collaborare con il club. Non conosco quale sarà il mio supporto, ma se dovessi essere da direttore sportivo contatterei subito alcuni amici, come Mike Brewer e Mircea Parachiv".
Inoltre per Placidi "L’Aquila Rugby più che di una semplice colletta ha bisogno di una compagine societaria unita e coesa che ponga in essere un programma economico sportivo almeno triennale basato su fondi certi da mettere in proprio o, comunque, da reperire sul mercato attraverso una 'rete di impresa'".
IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA
Con riferimento alle ultime dichiarazioni apparse sui media ritengo opportuno intervenire per mettere un freno ad un gioco che sta, a mio avviso, spostando l’attenzione su temi fuorvianti rispetto alle effettive esigenze e necessità de L’Aquila Rugby. Preciso che questa mia lettera aperta ha natura assolutamente personale pur nella consapevolezza e proprio in ragione della carica che rivesto nel sodalizio neroverde.
Innanzitutto prendo atto dell’iniziativa del consigliere Massimo Cialente posta in atto per mezzo della missiva inviata alle varie associazioni di categoria nonché professionali ma, pur ringraziandolo in ogni caso per l’impegno che costantemente ripone nei confronti del sodalizio, mi preme precisare che in questo momento L’Aquila Rugby più che di una semplice colletta ha bisogno di una compagine societaria unita e coesa che ponga in essere un programma economico sportivo almeno triennale basato su fondi certi da mettere in proprio o, comunque, da reperire sul mercato attraverso una “rete di impresa”; di una compagine societaria che prenda realmente parte attiva alla vita societaria ed all’attività posta in essere dai consiglieri di amministrazione per appoggiare i progetti esistenti o proporne, se ritenuto opportuno, di nuovi..
Solo l’effettivo e concreto coinvolgimento di nuove risorse, sia economiche che manageriali, potrà dare un futuro alla società altrimenti si rischierebbe di assistere nuovamente ad un film già visto. Mi riferisco in particolare alla “colletta Ance” – ove, dei 600 mila euro inizialmente stimati, ne sono stati effettivamente percepiti circa 165 mila – ovvero al programma “Cuore Neroverde”, ove dei contratti di sponsorizzazione acquisiti al momento ne sono stati onorati solo circa la metà..
Tengo a precisare che non possono che essere ringraziati i partecipanti ed i promotori di tali iniziative in quanto hanno comunque garantito a L’Aquila Rugby di introitare finanziamenti per far fronte alla ordinaria gestione del club e dei suoi collaboratori ma, certamente, sono di agevole comprensione le enormi difficoltà che la società ha dovuto affrontare (e alle quali continua a far fronte) per programmare e portare a termine la stagione a causa del mancato incasso delle somme promesse ovvero, per ciò che concerne la seconda iniziativa, di quanto contrattualmente dovuto.
Auspico inoltre che tutte quelle persone che, a vario titolo, progettano, o comunque rappresentano, scenari rugbistici futuribili per la vita del sodalizio abbiano preventivamente considerato la necessità di chiudere la stagione appena trascorsa mediante la definizione delle situazioni e posizioni ancora pendenti. Ad oggi, infatti, la società presenta un evidente e colpevole ritardo nella gestione del post retrocessione nonché nella programmazione, anche logistica, a medio - lungo termine.
Lacune queste che potrebbero mettere seriamente a rischio ogni proposito di riscatto oltre che determinare un ulteriore sgretolamento dell’unita di un gruppo (giocatori e staff) già duramente provato dalle varie, tante e ben note vicissitudini sopportate nel corso degli ultimi mesi.
Mi auguro che coloro i quali propongono la propria figura, certamente autorevole, come futuri direttori sportivi abbiano ben chiara la situazione complessiva del club ed abbiano, differentemente dallo scrivente, un’idea almeno di massima su quello che potrà essere il budget stanziato e gli obiettivi da perseguire nella prossima stagione.
Altrimenti sarebbe opportuno lavorare in silenzio piuttosto che prodigarsi in proclami; ciò, se non altro per il rispetto dei ragazzi in primis e di tutti i collaboratori del club che, ancora oggi, attendono, oramai da tempo, delle risposte chiare e puntuali da parte della società.

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