Istiga i ragazzi a placcare l’arbitro: tutti squalificati

di Paolo Baron

Il coach avrebbe offerto soldi ai giocatori per atterrarlo dopo una meta: putiferio in campo, gara sospesa e mazzata finale del giudice sportivo

PADOVA. Ha placcato l’arbitro. Per rabbia. Per un insano senso di giustizia sportiva. Per frustrazione. Ma anche perché Claudio Visentin, il suo accompagnatore (che per l’ occasione sostittuiva il coach della squadra dell’Under 16 del Rugby Polesine Orientale di Porto Viro), aveva offerto denaro a chi avesse avuto il coraggio di farlo durante la partita.
Boutade o meno, chi era lì, giura che Visentin, indispettito per la direzione di gara di Alessandro Bacciolo di Mestre, si sarebbe vantato della sua proposta che, scatenando la reazione scomposta e violenta della squadra, ha infangato l’intero movimento. Ha placcato l’arbitro durante la partita di Coppa Primavera giocata domenica scorsa, sul campo dei pari età del Valsugana e la sua azione si è trasformata un una punizione esemplare. Mai vista. Inaudita per una gara di rugby giovanile. Punizione non solo per lui, ma per tutta la società.
I giudici sportivi del Comitato interregionale delle Venezie, infatti, hanno squalificato tutto il XV per un mese. Lui, il placcatore, è stato squalificato per ventitré mesi. Claudio Visentin, conosciuto in Polesine per essere stato anche commentatore di rugby per una tivù privata, è stato interdetto fino al 2 agosto 2015. Un altro giocatore, invece, è stato squalificato per settantatré settimane perché non contento di quello che stava accadendo, ha tentato di sferrare un pugno al giudice di gara appena questi, stordito e confuso dal placcaggio, si è avvicinato alla panchina dei polesani per chiedere se volevano continuare o meno a giocare. In quel momento era appena scoccato il 26’ della ripresa.
Il Polesine Orientale stava perdendo tanto a poco e per tutta la gara aveva lamentato ingiustizie da parte dell’arbitro. Ma questo non può essere una giustificazione.
Prima ancora che iniziasse la gara, l’atteggiamento dei rodigini è stato subito di scontro, di sfida. Certamente non adeguato a una contesa tra ragazzini: «L’Ads Rugby Polesine Orientale presentava la propria squadra entro i trenta minuti successivi all’orario fissato per la gara», scrivono i giudici, gli avvocati Matteo Rigo, Lorenzo Secoli e Mattia Boscolo. Già, perché i polesani hanno ritardato il loro ingresso in campo, motivandolo con un semplice «ci stiamo riscaldando».
Ma è quello che è accaduto dopo il 26’ della ripresa a lasciare interdetti. «Io ero fuori campo», racconta Mirco Grigolon, allenatore dell’Under 6 degli astorini. «A un certo punto ho visto un giocatore polesano correre al centro del campo dove l’arbitro era fermo in attesa della ripresa del gioco e placcarlo. Non ci credevo. L’arbitro? Che c’entra. Di certo non mandano ad arbitrare una partita di quindicenni uno di Eccellenza. E comunque non si può insegnare a contestare le decisioni dell’arbitro. Non sarebbe più rugby». Per la cronaca, al Valsugana è stata data la vittoria a tavolino per 20-0, mentre il Polesine Orientale è stato penalizzato di quattro punti e multato di mille euro per assenza di un allenatore ufficiale in campo, ingiurie all’arbitro e ingresso di persona non autorizzata nel terreno di gioco.

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