Lugano: triste episodio di rugby

Sabato il Lugano ha vinto contro il Nyon. Eppure non ha giocato. Lo sfogo dell'allenatore Alessandro Borghetti

Foto CdT
Sabato scorso l'UMB Rugby Lugano ha vinto. Ma non ha giocato. Questo perché il suo avversario designato, il Nyon, ha rinunciato alla trasferta in Ticino, ufficialmente a causa di "organico ridotto".

"Il Nyon è ormai salvo e senza possibilità matematica di accedere alla promozione" commenta l'allenatore dei luganesi, Alessandro Borghetti. "A pensare male..."

E l'allenatore del Lugano coglie l'occasione per rilanciare un discorso non nuovo. "Ma dove va il rugby?" si chiede Borghetti. "Una squadra, in qualunque sport, dovrebbe sempre rispettare l’impegno preso. Fa specie pensare che un club come Nyon con una squadra in A e una nella lega inferiore non trovi 15 persone per onorare il campo, in uno sport , quello della pallaovale, dove i valori del rispetto, fair play, sportività e quant’altro, si sbandierano, all’occasione, ai quattro venti."

Anche il Lugano aveva tra le sue file diversi infortunati, per cui una settimana di riposo può anche essere accettata. Se non fosse per la beffa... "Qui le regole federali dimostrano un'ulteriore falla" aggiunge Borghetti. "In questo modo, i ticinesi vengono penalizzati per non poter conquistare il punto di bonus. La partita vinta a tavolino, per la Federazione Svizzera vale 4 punti. Sul campo, segnando quattro mete, se ne fanno 5. Come dire, penalizziamo anche Lugano perché Nyon non si presenta, assurdità del rugby, sempre quello sport degli onesti e corretti ad ogni costo."

"Danny Cipriani, stella del rugby inglese, festeggia la fine del campionato insieme ai compagni di squadra, facendo il giro dei 16 pub, ossia una bevuta in ogni pub della sua città" racconta Borghetti. "Finisce, in preda all’ebbrezza, contro un bus mettendo a rischio la vita sua e anche di chi era sul torpedone. Ma la notizia passa nel mondo del rugby con una certa fierezza, superficialità e grandi risate: bere è tradizione, dico io malsana tradizione, e tutto si giustifica."

"E ricordiamo qualche anno fa il campione inglese degli Harlequins giocare con fiala di sangue finto in tasca per, all’occorrenza, simulare cambio per ferita da sangue e poter far rientrare in campo un sostituto" aggiunge l'allenatore del Lugano. "Squalifica per il giocatore e multa al club , perché nel mondo degli onesti rugbisti è considerata una leggerezza che nessuno farà più: l’allenatore che tutto sapeva, due anni dopo, siederà sulla panchina di una altra squadra del massimo campionato inglese… "

"Potremmo oggi ricordare altre centinaia di episodi, che non farebbero male al rugby, ma anzi ne esalterebbero la capacità di mettersi a nudo nel bene e nel male. Se oggi il rugby, nell’era del professionismo più estremo, vuole mantenere davvero tradizioni e leggende deve essere capace di uscire dall’ipocrisia e allora Nyon potrebbe tranquillamente dire, che venire a Lugano è una sfacchinata, a cui è meglio rinunciare e i ticinesi intascarsi a giusta ragione almeno i 5 punti."

"Ci piace però pensare" prosegue Borghetti, "che il rugby resista ancora un po,’ alla deriva del mondo sportivo in generale. Se sappiamo guardare le cose buone, eccone l’esempio: Semi finale di H-Cup la champions league del rugby. A Londra giocano in partita unica i francesi di Tolone e i campioni inglesi dei Saracens. Apertura dei francesi, nel rugby ormai globalizzato, l’inglese per antonomasia Johnny Wilkinson, 34 anni, leggenda del rugby, uno che ha vinto tutto. Di fronte a lui, stesso numero 10 dietro alle spalle, la promessa del rugby inglese O.Farrell, uno che festeggiava la vittoria del mondiale da parte del xv della rosa con drop di Wilkinson ai supplementari, sulle ginocchia del padre anche lui rugbista. Partita tirata, niente mete, solo calci e qui entrambi sono specialisti. Manca poco alla fine e chi va sopra nel punteggio ci rimarrà sino al fischio finale. Farrell mette pressione su Wilkinson che cambia gamba e quasi cadendo tira un drop impossibile: il fermo immagine li inquadra cadere entrambi a terra abbracciati guardando i pali. La palla entra, Tolone è in finale, smorfia di Farrell e Wilkinson che, ancora a terra, lo abbraccia e rincuora. Immagine che restituisce allo sport, che la palla sia tonda od ovale non importa, l’importanza delle emozioni, la crudeltà del risultato, il caso, la fortuna, la tecnica e la poesia, la bellezza del gioco che vuol dire anche e soprattutto mettersi in gioco e mettersi a nudo.."

"Il rugby è questo, lo sport dovrebbe essere questo" conclude Borghetti, "e spiace pensare, che dai due Poli, passando per Nyon, qualcuno o qualcosa, lo voglia trasformare in altro..

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