L’ennesimo “Affaire Italienne”…l’ “Affaire Amore”


Di Davide Macor
Dal sito nprugby.it

 
Eccoci davanti all’ennesimo “Affaire Italienne” o, per meglio definirlo, all’ “Affaire Amore”. Tutti siamo consapevoli del fatto che la politica in Italia regna sovrana ed è in grado di influenzare qualsiasi evento, scelta o decisione che sia. Così è avvenuto anche nel recente “caso” in cui è stato “implicato” il Presidente del Comitato Siciliano, Gianni Amore. Rivediamo in breve l’evoluzione degli eventi: dopo secoli si presenta, concretamente e con determinazione, un candidato alternativo all’eterno Dondi, alla  presidenza FIR e cosa succede…viene denunciato per slealtà scorrettezza, improbità, abuso di potere e quant’altro. Quali sono gli esiti: una commissione fantozziana, come l’ha definita Paolo “il Grillotalpa” Wilhelm in un suo recente articolo, che in un nulla di fatto rimanda a maggio il Presidente Amore. Perché? Semplice, la Commissione Giudicante (commissione nominata) non era competente, era inappropriata poiché i presidenti dei comitati regionali devono essere giudicati dalla corte federale di prima istanza (COMMISSIONE ELETTA). Una cosa da niente insomma…
Mi è parso doveroso provare a intercettare il diretto interessato, per un chiarimento e così ho fatto.
Di seguito qualche nota della nostra breve chiacchierata:
Gianni Amore entra subito nel “vivo” della questione – «questo “enorme” caso è iniziato quando il Segretario della Federazione Italiana Rugby, durante una conferenza dei Presidenti dei Comitati Regionali, mi disse che non c’era da presentare alcun bilancio annuale (risposta che è contenuta nel verbale della riunione). Io e tutti i Presidenti prendemmo atto della cosa. Nella relazione annuale, poi, non inserii alcun dato numerico e, questo, è uno dei capi che mi vengono imputati. Altro discorso di cui sono accusato è quello di non aver fatto approvare la mia relazione annuale ai Consiglieri del C.R. Siciliano. Io, in effetti, non la feci approvare, ma non per slealtà, oppure perché volessi abusare del mio “potere”, ma semplicemente perché io ero il commissario del Comitato e non il Presidente. Il Comitato era commissariato e, quindi, senza consiglieri.
La successiva convocazione a Roma, parla da sola, direi “tanto fumo e niente arrosto”. Io sono disponibile a chiarire tutto quanto, certo se mi permetteranno di farlo. Rispetto a questa mia situazione mi pare chiaro che c’è qualcuno nel rugby italiano che non mi vuole. Ti riporto un altro aneddoto, in merito a questo mio “essere scomodo” nel rugby attuale: durante l’attività da Presidente di comitato, mi è capitato di ricevere una mail scritta dal Consigliere Federale Orazio Arancio, nella quale si poteva leggere che lui, il Presidente Dondi e il Consigliere Avv. Paolini si riunivano, prima delle elezioni regionali, per cercare un altro candidato alla Presidenza del Rugby Siciliano (Il prescelto, al tempo, era Vito Branca, una bravissima persona, un amico). Io stesso, in seguito, partecipai a due riunioni del Consigliere Paolini, con i Presidenti di Società, nelle quali lo stesso Paolini disse che a Roma volevano Presidente Vito Branca. Inviata la mail al Procuratore Federale, la cosa non ebbe alcun esito, quando tutti ne erano a conoscenza. Mentre il “mio affaire” ha avuto la eco che conosciamo…». Penso che questo sia stato un vero caso di slealtà nei miei confronti, visto che ero un candidato, inoltre visto il potere dato dalle loro cariche, hanno apertamente cercato di influenzare i presidenti delle società siciliane (trattasi di abuso di potere, o mi sbaglio?!). Ai posteri l’ardua sentenza…
Che dire ringrazio Gianno Amore per la disponibilità e concludo con una riflessione:  è evidente che c’è chi, nel rugby Italiano, non vuole il rinnovamento tanto atteso, ma preferisce continuare nella maniera attuale. La cosa mi rattrista perché, a questo punto, un cambiamento generale sarebbe fondamentale per l’intero movimento ovale nazionale.

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