Rugby, decisione storica: la squadra del carcere esce per giocare in trasferta un match


Lo sport si sa, può regalare emozioni incredibili a tutti gli appassionati: la decisione storia della Federazione Italiana di Rugby regala oggi una nuova e bella storia di come uno sport può regalare eventi belli e importanti.
La decisione riguarda l’uscita fuori dal carcere di Torino, da parte della squadra italiana di rugby che si chiama “La Drola”, per disputare il match di campionato in trasferta a Bologna, sul campo di un altro carcere nella casa Circondariale di Bologna appunto, contro il Rugby Giallo Dozza, altro team composto da carcerati nella città emiliana. Le due squadre partecipano al campionato di serie C1 nelle rispettive regioni, Piemonte ed Emilia Romagna, e ha il sapore storico: è infatti la prima partita che può disputarsi in trasferta. Questa decisione è il prodotto di un riconoscimento dei risultati di attività sportive che vengono considerate di recupero sociale, a cui appartengono i due carceri.
Dopo l’introduzione del gioco del rugby nei carceri, le due squadre fanno parte, quella di Torino dal 2010, quella di Bologna dal 2013, di una associazione Onlus, per il reinserimento dei detenuti in attività sociali di questo genere.
Il campione italiano Martin Castrogiavanni, nonché rugbista della Nazionale Italiana di Rugby, è andato a ottobre scorso in visita al carcere “Lorusso e Cutugno” nel capoluogo piemontese per incoraggiare e sostenere i ragazzi della squadra del carcere, che è guidata da un altro ex della Nazionale, Walter Rista, che ha deciso di intraprendere questo progetto quasi 6 anni fa.Il progetto è stato subito ben accolto dai carcerati che hanno risposto presente in un numero circa di 60. Oggi i giocatori sono 35, tra cui l’unico ad esserci sin dall’inizio è un ragazzo che gioca in posizione di mediano di mischia e si chiama Cristian. L’attuale allenatore Rista, ha rilasciato di recente una intervista al giornale “Tuttosport” spiegando integralmente questo progetto. Queste sono state le sue parole:
Nella città di Torino viene pubblicato un bando emanato sul piano nazionale. Solo a Torino ci sono circa 80-85 richieste ogni stagione per giocare. Non si pongono limiti di età, gli unici preclusi a partecipare sono i detenuti che hanno commesso reati sessuali. Per il resto tutti possono partecipare. È importante che una volta entrati in squadra i detenuti righino dritto, senza danneggiare mai la squadra.”
Riguardo alla storica trasferta di Bologna il programma è simile a quello dei ragazzi in gita parrocchiale la domenica mattina: la squadra partirà per Bologna la mattina e arriverà nel capoluogo emiliano poco prima del fischio di inizio, e poi al termine della partita è previsto un pranzo a sacco per tutti e il solito terzo tempo, previsto nelle partite del rugby. Successivamente la squadra farà ritorno nella casa circondariale di  Torino in serata e riprenderà gli allenamenti dal giorno dopo.
Sicuramente questo match sarà motivo di una grande festa, che rappresenta un primo passo verso il recupero sociale che deve passare all’interno del carcere per la riabilitazione e per l’inserimento dei detenuti in un contesto prima sportivo, e poi sociale, che li attenderà una volta scontata interamente la propria condanna

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