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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Rugby, tra disfatta nel Sei Nazioni e i nostri giovani “pigri e obesi”

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  Luca Cirimbilla È arrivato l’undicesimo cucchiaio di legno per l’Italia nel diciassettesimo Sei Nazioni a cui ha partecipato: sono tante le cause della disfatta e di certo non coinvolgono solo la diffusione del rugby in Italia. In sedici anni – ovvero da quando l’Italia è stata invitata a entrare nel prestigioso torneo europeo che prima si chiamava Cinque nazioni (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda e Francia) – si potevano compiere importanti investimenti che avrebbero consentito di raccogliere i frutti nel tempo. Solo per fare un esempio, sarebbe stato opportuno inviare all’estero un buon numero di giovani tecnici, meglio ancora se ex giocatori nazionali, per imparare le metodologie di insegnamento in Paesi in cui si respira la palla ovale già a scuola. Certamente questi tecnici avrebbero notato che la prima differenza è nelle ore dedicate all’attività dell’Educazione fisica negli istiuti o nei college. Non è un caso che in Europa – secondo gli ultimi dati di

Vikings Chianciano con il cuore contro il Firenze Rugby 1931!

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  Bella partita quella giocata a Chianciano al campo Castagnolo tra i Vikings Chianciano, ultimi in classifica e l'US Firenze Rugby 1931, prima in classifica, il classico testa-coda. La partita vede all'inizio un Firenze che subito cerca di imprimere il suo gioco con belle aperture alla mano alla ricerca di sfruttare le due ali molto veloci, ma i Vikings rispondono con una difesa molto ordinata e chiudono gli spazi con molto sacrificio. Il Firenze riesce ad ottenere 3 punti con un calcio di punizione, poi al 15° realizza una meta, trasformata e va sul 10-0, sembra una partita ormai decisa, invece i Vikings reagiscono e vanno in meta con Duprè, trasformata da Sestini Paolo. Il Firenze non riesce più a creare in maniera ordinata ed i Vikings guadagnano terreno creando molte occasioni e mettendo in seria difficoltà i primi della classe, che solo all'ultimo minuto del primo tempo realizzano la seconda meta chiudendo sul 17-7. Nel secondo tempo subito il Firenze ava

Donne, carcere e rugbisti: quando la palla ovale è libertà

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Marco Pastonesi ci presenta l'originale lavoro di una fotografa che ha avvicinato mondi che sembrano lontani Il rugby è libertà, il carcere è la negazione della libertà. Già questo basterebbe per stabilire una differenza, una separazione, una distanza – fra rugby e carcere – irraggiungibile. Eppure. Il rugby è solitudine in un gioco di squadra, nel gioco di squadra per eccellenza, e anche il carcere è solitudine, estrema solitudine, in un gioco di squadra, per quanto forzato e forzoso e perfino forzuto. Il rugby è mettere a nudo, mettersi a nudo, spogliarsi non solo nello spogliatoio, ma in campo, perché quel giorno, quel campo, quella partita diventa la vita, come la vita, per tutta la vita. Togli la maglia, diceva un vecchio rugbista, e rimane l’uomo, o la donna. Anche il carcere è nudo e crudo, nudo e crudele, e se togli la divisa, direbbe il vecchio rugbista, rimane l’uomo, o la donna. Il rugby è arte, a volte anche sopravvivenza, il carcere

Vikings Chianciano scontro tra cenerentole!

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  Partita tra le due cenerentole quello disputato domenica tra i Vikings Chianciano ed il Bellaria Cappuccini, per tutte e due l'imperativo era vincere per lasciare all'altra l'ultimo posto in campionato. Il match giocato al campo Castagnolo di Chianciano su un terreno fangoso ha visto subito gli ospiti andare in vantaggio grazie ad un calcio di punizione, non si è fatta attendere la reazione dei Vikings che al 15° minuto vanno in meta con Forzoni Saverio, trasformata da Guido Paradisi, il gioco non decolla anche a causa dei molti errori delle due squadre, il Bellaria più disciplinato riesce ad impostare qualche giocata ben aperta e trova una meta non trasformata verso lo scadere del primo tempo che si chiude sul risultato di 7-8. Secondo tempo subito black-out dei Vikings che subiscono un uno-due da parte degli avversari che realizzano due mete nei primi 20 minuti, poi grazie ad una reazione d'orgoglio i Vikings riescono a realizzare una meta con Duprè anche

Piccoli campioni crescono.

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Giornata avversata dalla malasorte, quella di oggi in casa dei Pretoriani Recanati, chiusa dai rossoblu con un bilancio in pareggio dal punto di vista dei risultati, ma con grosso credito con la fortuna per vari infortuni occorsi, il più grave dei quali la frattura della clavicola del pilone Chiarini. Quattro assenze fra i titolari sambenedettesi, partiti in mattinata senza Silvestri, Poljanovsky, Palamara e Zappasodi. Squadra rivoluzionata con gli spostamenti di Merli a mediano di mischia, di Di Teodoro all'apertura, Del Monte a trequarti ala, Ruggieri in seconda linea e l'esordio assoluto dell'ultimo arrivato D'Erasmo, che si è ben disimpegnato. Nella prima partita contro i Pretoriani padroni di casa, i rossoblu sono partiti maluccio, esprimendo un gioco frenetico ed un pò improvvisato. Con il passare dei minuti gli equilibri si sono assestati e la gara è stata archiviata con cinque mete ed un punteggio finale di 29-0. Due fortuiti scontri di gioco h

Rugby, c’era una volta il sesso debole…oggi vincono solo le donne

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ROMA – Altro che sesso debole. Se non e’ un mondo che si e’ capovolto, poco ci manca. Nel rugby un’Italia che vince c’e’. Eccome se c’e’. È non e’ l’Italia di Capitan Sergio Parisse o del gigante buono Martin Castrogiovanni. È l’Italia di Veronica Schiavon, Manuela Furlan, Sara Barattin e, soprattutto, di Elisa Cucchiella.    Pilone, 54 presenze in azzurro, giocatrice delle Belve Neroverdi de L’Aquila, barista quando non deve placcare avversarie o portare avanti una mischia, domenica scosa e’ stata una delle protagoniste della vittoria dell’Italia nel Sei Nazioni femminile contro la Scozia a Bologna. Le azzurre hanno vinto 22-7, conquistando anche la qualificazione ai Mondiali del 2017 in Irlanda: non si qualificavano al torneo iridato dal 2003. “Ci voleva questa vittoria- racconta a Diregiovani.it- Non e’ stata una passeggiata, abbiamo sfidato una bella squadra aggressiva, ci hanno messo in difficolta’. E poi il campo. Per il maltempo era diventato pesantissimo”. U