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Visualizzazione dei post da dicembre 13, 2012

Le accademie del Rugby sono la soluzione migliore per i giovani talenti?

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  Negli ultimi mesi dal rugby sono giunte notizie che accompagnano sensazioni contrastanti sullo stato di salute del movimento italiano. Mentre la nazionale maggiore diligentemente aveva la meglio su Tonga, teneva testa sorprendentemente agli All Blacks e metteva in seria difficoltà i Wallabies, a livello di club solo la Benetton usciva con le ossa intere dagli incontri internazionali. Le Zebre, infatti, subivano una pesante lezione dalla capolista della Premiership inglese,  per non parlare della Caporetto dei nostri club in Challenge Cup. L’impressione è quindi di un movimento che mentre, bene o male, resta aggrappato con le unghie al rugby di elite dovendo ricorrere praticamente a tutti i suoi uomini migliori, non ce la fa invece in alcun modo a tenere il passo quando a scendere in campo sono quelli che dovrebbero occupare giusto un gradino più sotto. Qual’è, allora, il futuro della palla ovale per i prossimi, diciamo, dieci anni? Come si sta seminando? Quali sono i re

Paralympic story: Gli All Blues, ovvero la nazionale italiana di rugby in carrozzina

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  A Londra è stato fra gli sport più seguiti e amati dal numerosissimo pubblico che ogni giorno di gara ha affollato i palazzetti: parliamo del wheelchair rugby, o rugby in carrozzina, nato in Canada nel 1977 e incluso nel programma paralimpico a partire da Sidney 2000. Il gioco è appassionante e spettacolare e vi possono giocare atleti con ogni tipo di disabilità fisica: amputati, cerebrolesi, ma anche focomelici, para o tetraplegici. Quattro giocatori in campo, una palla da trasportare oltre a linea di meta a bordo della propria carrozzina tenendola in grembo, uomini e donne in campo assieme: questo in estrema sintesi il wheelchair rugby, che fa del contatto, anche duro e senza troppe cerimonie (ma chiaramente sempre nel limite e nel rispetto delel regole) la sua caratteristica principale, proprio come il vero rugby. Naturalmente il contatto è ammesso solo fra carrozzine (assolutamente vietato il contatto fisico fra gli atleti), e per uno spettatore distratto o alle pr

Pordenone, il rugby non ha fondi Ecco il calendario “senza veli”

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  L’Union rapps è la principale squadra di rugby di Pordenone: la sezione seniores gioca in serie C e per finanziare le attività di gioco ha deciso di far posare davanti all’obiettivo di una fotografa di fama i propri atleti Dopo quello delle sexy casalinghe, un altro calendario “piccante” esce sulla piazza provinciale. Si tratta dell’iniziativa della “Union rapps”, la principale squadra di rugby di Pordenone: la sezione seniores gioca in serie C e per finanziare le attività di gioco ha deciso di far posare davanti all’obiettivo di una fotografa di fama i propri atleti. Gli scatti sono di Alice Tramontina, giovanissima artista di Maniago che ha già al proprio attivo alcune pubblicazioni di ampio respiro e un’uscita su Vogue. Sfogliando le pagine dell’insolito almanacco ci si imbatte in numerose pose sexy tanto che si registrano già dei contatti per accaparrarsi l’edizione 2013. Il calendario sarà in vendita in vari esercizi pubblici di Pordenone e nel campo sport